IL RU CORTOD

di Roberto Mazzetta

il Monte Rosa
 
 
 

Una pedalata in montagna ma senza salite, o quasi. Può apparire strano, ma si può fare, basta recarsi in Val d'Ayas, località Barmasc (m.1900), appena dopo Antagnod. Lì la strada finisce in un ampio parcheggio. E' il punto di partenza di una delle più classiche escursioni valdostane: lo Zerbion. Lasciamo gli escursionisti sul loro sentiero, noi abbiamo un nostro percorso che ci impegnerà per tutta la giornata.
Dal parcheggio seguiamo l'itinerario numero 2, oltrepassiamo la sbarra, un' area pic-nic e imbocchiamo una ripida sterrata (500 metri). Sarà l'unica salita della giornata. Alla fine della rampa ci troviamo ad un ponticello sul Ru Cortod. Sarà il nostro fido compagno di gita. I Ru sono i canali, diffusi in tutta la Val d'Aosta, che servono per portare l'acqua, captata da lontane sorgenti, ai vari pascoli. Tutta una serie di canalizzazioni secondarie, chiuse e paratie, permettono una equa distribuzione dell'acqua.
Il Ru Cortod è uno dei migliori esempi di queste notevolissine opere idrauliche ideate, realizzate e mantenute per secoli dalle popolazioni locali.
Lo seguiamo contro corrente, verso la sorgente posta alla testata della valle al cospetto dei ghiacciai del Monte Rosa. Sua Maestà il Rosa farà da nobile sfondo per la nostra pedalata. La traccia parallela al Ru è facile da seguire ma bisogna porre attenzione alle radici che "disturbano" la fluidità della pedalata. Il primo tratto è in uno splendido bosco di larici e abeti, successivamente si procede tra ottimi pascoli con un panorama eccellente su tutta la valle. Il sentiero cede il posto ad una sterrata di servizio ai vari alpeggi. Poi ancora su sentiero sempre con il  canale alla nostra sinistra. Si torna nel bosco, ma il Ru Cortod ora è privo di acqua e non è più in perfetta salute. Tuttavia il tracciato è evidente. Quando però arriviamo all'altezza di una struttura in cemento, immersa nel bosco (probabilmente una presa dell'acqua), è opportuno salire sulla sinistra una traccia (bici a spinta) che in pochi minuti ci conduce ad una sterrata. Seguiamola passando la sbarra. Poche veloci pedalate ed eccoci all'imbocco di una galleria: teoricamente l'accesso sarebbe vietato, così dice un vecchio cartello. Potremmo anche non vederlo, accendere una pila e goderci l'avventura della galleria, successivamente eccone un'altra con il solito cartello, ma noi siamo troppo concentrati nel pedalare e così ci fiondiamo anche in questa; il fondo e buono ma nell'oscurità è meglio procedere con cautela. Poco dopo si intercetta, presso l'alpe Nana inferiore (m.2049),  una sterrata che sale dal fondo valle e porta al rifugio Grand Tournalin. Per chi avesse voglia di rampare potrebbe essere una bella variante: si consideri un dislivello di 500 metri fino al rifugio. Il canale continua ancora ma il sottoscritto questa parte non l'ha percorsa e, pertanto, non si azzarda a consigliarla.
Per il ritorno è una buona idea restare sempre sulla sterrata anche dopo la sbarra. Ci si assicura una piacevole discesa tra lariceti e pascoli fino a riprendere il percorso dell'andata. Come ulteriore variante, si può imboccare una delle tante stradoline in discesa che portano ad Antagnod o sulla strada asfaltata e quindi tornare al parcheggio di Barmasc.
Senza varianti i chilometri percorsi sono 18 e di variazioni sul tema ve ne sono parecchie è solo una questione di fiato, allenamento e di tempo meteo che ultimamente è molto avaro di sole e cielo terso.